venerdì 2 settembre 2016

Musei Vaticani: Le stanze di Raffaello

Battaglia di Ostia


Giudizio di Salomone
Le Stanze di Raffaello sono quattro e hanno convenzionalmente i seguenti nomi: Stanza della Segnatura, Stanza di Eliodoro, Stanza dell’Incendio di Borgo e Stanza di Costantino. Gli ambienti costituivano parte dell'appartamento situato al secondo piano del Palazzo Pontificio scelto da Giulio II della Rovere (pontefice dal 1503 al 1513) come propria residenza e utilizzato anche dai suoi successori. La decorazione delle Stanze Vaticane, oggi note anche come Stanze di Raffaello, ha impegnato l’artista dal 1508 fino alla sua morte, avvenuta nel 1520. L’occasione di questa commissione nacque dal desiderio di papa Giulio II di abitare altri ambienti dei palazzi vaticani, non volendo usare l’appartamento già utilizzato da papa Alessandro VI, papa Borgia, che egli detestava. 
Messa di Bolsena dett.
Secondo quanto testimonia Vasari questi ambienti presentavano già decorazioni quattrocentesche importanti, con alcune pareti affrescate da Piero della Francesca, Benedetto Bonfigli, Andrea del Castagno, Luca Signorelli e Bartolomeo della Gatta.
In un primo tempo la ridecorazione degli ambienti venne affidata a un gruppo di artisti tra cui Pietro Perugino, il Sodoma, Baldassarre Peruzzi, il Bramantino e Lorenzo Lotto, oltre al tedesco Johannes Ruysch, specialista nelle grottesche. Perugino ad esempio lavorò alla volta della Stanza dell'Incendio nel 1508, ma il suo lavoro non piacque al papa che lo liquidò velocemente. 
Fu probabilmente Bramante, architetto pontificio incaricato di ricostruire la Basilica vaticana, a suggerire al pontefice il suo conterraneo Raffaello Sanzio, a quell'epoca di stanza tra Firenze, l'Umbria e le Marche, reduce da un clamoroso successo con la Pala Baglioni a Perugia.
Raffaello Sanzio, autoritratto
Il pontefice, soddisfatto dei primi saggi del pittore, gli affidò presto la decorazione dell'intera impresa, senza esitare a distruggere tutto il lavoro dei suoi predecessori, come testimoniò anche Vasari, salvando solo l'ambiente della Niccolina.
Alla morte di Giulio II, l'incarico venne confermato da Leone X (pontefice dal 1513 al 1521). Quindi il Sanzio, coadiuvato da un cospicuo numero di aiutanti, lavorò all'impresa, stanza dopo stanza, fino alla morte nel 1520, mentre i suoi seguaci completarono la decorazione su suo disegno fino al 1524.
Le Stanze vennero usate dai vari papi con poche alterazioni fino a Gregorio XIII (pontefice dal 1572 al 1585).
La disputa