martedì 30 agosto 2016

Vaticano - l'appartamento Borgia

Papa Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia


Nel corpo quattrocentesco dei Palazzi Vaticani edificato sotto Niccolò V (1447-1455), papa Alessandro VI (1492-1503), al secolo Rodrigo Borgia, fece rinnovare e abbellire sei grandi stanze, create come residenza privata e della sua famiglia, dette anche "stanze segrete", aggiungendo anche una torre, che in seguito fu ribassata e trasformata.

La decorazione delle pareti venne affidata a Pinturicchio, che la portò a compimento in tempi rapidissimi, grazie ad un articolata ed efficiente equipe di aiuti. I lavori iniziarono intorno agli ultimi mesi del 1492 e furono portati a compimento nel 1494. Si trattò dell’incarico più impegnativo di tutta la carriera artistica del pittore, un progetto monumentale che poteva essere sminuito soltanto di fronte al ciclo della Cappella Sistina. Alla morte del pontefice, gli appartamenti furono abbandonati. Soltanto alla fine dell’Ottocento vennero riaperti al pubblico.
Lucrezia Borgia
Negli ambienti, oggi all’interno dei Musei Vaticani, ovunque risplendono stucchi, affreschi e l’immancabile toro dello stemma papale. Attualmente gran parte delle stanze sono destinate all’esposizione della Collezione d’Arte Religiosa Moderna, inaugurata da Paolo VI nel 1973. La Collezione comprende circa seicento opere di pittura, scultura e grafica, frutto di donazioni di artisti contemporanei italiani e stranieri: vi si trovano anche opere di Gauguin, Chagall, Klee e Kandinskij.
Pinturicchio dovette integrare – come gli si chiedeva, forse dettato dagli stessi intellettuali presso la corte papale – la strutturazione iconografica della dottrina cristiana con spunti di gusto archeologico in voga a quei tempi nella capitale. Il fine dell’intero ciclo è quello di delineare la storia della salvezza dell’Umanità attraverso la fede. Annio da Viterbo guidò teologicamente la mano dell’artista ispirandosi anche ai testi di Ovidio e Bocaccio.
Ritratto di Pinturicchio e Raffaello
I lavori interessarono cinque stanze concatenate, due all'interno della torre Borgia e le altre due esattamente al disotto dei primi tre ambienti dell'appartamento di Giulio II. La sequenza degli ambienti, a partire dalla sala delle Sibille, per procedere nella sala dei Profeti, delle Arti Liberali, dei Santi e dei Misteri, costituiva, secondo Saxl (storico dell'arte austriaco, 1890-1948), una sorta di percorso simbolico dal privato, identificato nelle prime due camere, poste nella torre, come turris guardarobae o camerae custodiae bonorum, verso il pubblico.

L'appartamento Borja è il più antico appartamento pontificio ancora esistente. 

Le stanze Borgia nel Vaticano