martedì 30 agosto 2016

Pinturicchio, il piccolo grande pittore



Pinturicchio, autoritratto
Bernardino di Betto Betti, meglio conosciuto come Pinturicchio (altri lo chiamano Pintoricchio ma sono validi entrambi i nomi, derivati da “piccolo pintor” per via della minuta statura del personaggio), nacque a Perugia intorno al 1452. Allo stesso artista piacque tale appellativo, tanto che lo impiegò anche per firmare alcune sue opere.
Benardino inizia il suo percorso formativo avanti con gli anni, infatti, si iscrive all'Arte dei Pittori nel 1481. Della sua vita privata non si sa molto. È figlio di Biagio detto Betti e le origini della sua famiglia sono abbastanza modeste, tanto che forse Bernardino inizia a lavorare nella cerchia di Bartolomeo Caporali, come minatore. Dai suoi testamenti, si scopre che nel 1509 sposa Grania, con la quale però convive già dal 1495. Il Pinturicchio ha diversi figli, non tutti da sua moglie, perché ama le donne e le avventure extraconiugali, e la più grande si chiama Clelia.

Negli anni della sua formazione lascia Perugia, per andare a Roma e qui ottiene i primi incarichi davvero importanti: prende parte alla squadra incaricata di affrescare la Cappella Sistina in Vaticano (l’imponente lavoro vede al suo fianco artisti quali il Perugino, Luca Signorelli, Sandro Botticelli, Domenico Bigordi, detto il Ghirlandaio e Cosimo Roselli).
Bernardino Pinturicchio spicca come uno degli artefici della grande stagione rinascimentale di riscoperta della classicità: in effetti sarà tra coloro che si avventureranno nel sottosuolo romano, copiando gli affreschi della Domus Aurea, dando inizio al gusto del revival archeologico e contribuendo alla diffusione delle grottesche. 
Tra il 1492 e il 1494 dipinse l'appartamento di Alessandro VI Borgia in Vaticano, utilizzando ornamentazioni a motivi fantastici, le cosiddette grottesche, cosa che gli valse il biasimo di Giorgio Vasari nelle “Vite”: “…Usò molto Bernardino di fare alle sue pitture ornamenti di rilievi messi d’oro, per soddisfare alle persone che poco di quell’arte intendevano, acciò avessono maggior lustro e veduta, il che è cosa goffissima nella pittura…”.
Pinturicchio e Raffaello
Rientra a Perugia nel 1495 e inizia una serie di opere davvero importanti, come il Polittico di S. Maria de' Fossi (ora nella Pinacoteca di Perugia) e l'affresco di una cappella della collegiata di S. Maria Maggiore a Spello. Il cardinale Francesco Todeschini Piccolomini, eletto Papa Pio III, lo richiama a Siena per dipingere le dieci Storie della vita di Pio II nella biblioteca del duomo. La sua attività senese è davvero vivacissima, perché in contemporanea cura gli affreschi nella cappella di S. Giovanni Battista nel duomo di Siena, le storie della libreria Piccolomini e partecipa alla decorazione di una sala nel palazzo di Pandolfo Petrucci.

Giulio II lo richiama a Roma e gli commissiona la decorazione del soffitto del presbiterio di S. Maria del Popolo. È qui che dipinge l'Incoronazione di Maria, gli Evangelisti, Sibille, Padri della Chiesa. È questo uno dei suoi ultimi lavori. Bernardino di Betto Betti muore l'11 dicembre 1513 a Siena ed è sepolto nella parrocchia dei SS. Vincenzo e Anastasio.